Il bruciore intimo dopo un rapporto sessuale può essere definito come una situazione fisiologica. Questo perché le cellule che compongono la mucosa dell’apparato genitale femminile sono piuttosto delicate. Lo stesso non è, invece, per le cellule della pelle che, ricche di cheratina, sono molto più resistenti.
Pertanto, considerando lo sfregamento che si verifica durante un rapporto, un lieve bruciore delle parti intime è del tutto normale e può essere avvertito a qualsiasi età.
Se invece, quello che si avverte non è un leggero disturbo, ma assume le sembianze di un problema persistente e invasivo, sicuramente è opportuno approfondire e comprenderne le cause.
La gravità del bruciore intimo varia in base a diversi fattori, che andiamo a spiegare. Il disturbo costituisce certamente una condizione molto fastidiosa, che va risolta al più presto.
Bruciore intimo: quali sono le cause?
Le cause di un bruciore intimo che necessitano di un consulto medico sono molteplici. Nello specifico:
Insufficiente lubrificazione
Questa può essere determinata da stati d’animo negativi, quali ansia o timore di deludere, di non essere all’altezza, oppure uno scarso coinvolgimento emotivo. Tali sentimenti non permettono una corretta lubrificazione in quanto la donna non riesce a rilassarsi e a lasciarsi andare nel corso del rapporto. Ciò che ne consegue sono microlesioni, causate dallo sfregamento e dall’attrito in assenza di lubrificazione, e quindi bruciore intimo.
In simili evenienze non c’è nulla di più importante che il dialogo con il partner, una maggiore attenzione ai preliminari, ascoltare le proprie sensazioni invece di reprimerle. Anche un colloquio con uno psicologo per comprendere ciò c’è dietro a questi sentimenti di inadeguatezza può rivelarsi utile.
Se non viene prestata la dovuta attenzione, la situazione può degenerare. Si possono provocare processi di sensibilizzazione dei genitali, sino ad arrivare a fenomeni ben più gravi di vulvodinia.
Uso di detergenti intimi aggressivi e/o di biancheria sintetica
Saponi a base di componenti chimici, così come una biancheria inadeguata e abiti attillati, possono alterare l’equilibrio della mucosa vaginale ed impedire un’adeguata traspirazione, provocando irritazione ed infiammazione.
Lavaggi troppo frequenti
Lavaggi troppo frequenti delle parti intime riducono sì batteri e sporco, ma anche il naturale strato protettivo delle pareti vaginali; tale condizione intensifica la secchezza e favorisce irritazioni da contatto e infezioni batteriche come candida e cistite.
Uso di contraccettivi orali
Anche i contraccettivi orali possono contribuire all’abbassamento dei livelli di estrogeni a nocumento della mucosa vaginale. Tale condizione si verifica molto spesso in menopausa, quando si registra un importante calo degli ormoni poc’anzi citati. In tali casi il coito può risultare particolarmente irritante e determinare bruciore e prurito.
Allergia allo sperma
Se le parti intime appaiono rosse e dolenti e se tale condizione si protrae per qualche giorno, potrebbe trattarsi proprio di un’allergia allo sperma. Come rimedio immediato si può utilizzare un condom, proprio per evitare il contatto con lo sperma. Invece, per risolvere il problema alla radice, è possibile iniziare una terapia di desensibilizzazione.
Allergia al lattice
In simili situazioni occorre sicuramente utilizzare dei preservativi privi di lattice.
Altre cause
Se il bruciore intimo susseguente ai rapporti è accompagnato da altri sintomi quali prurito, perdite vaginali, odore sgradevole, ciò può essere indicatore di un’infezione in atto. Tra queste, a titolo esemplificativo, la candida, la gonorrea, la clamidia, la cistite. In tali casi, per eliminare il disturbo è necessario attenersi alle indicazioni del medico, consistenti in specifiche cure farmacologiche e in particolari comportamenti da adottare.
Come individuare il problema?
In linea di massima, se il bruciore intimo susseguente ai rapporti non è determinato da agenti patogeni, la causa va ricercata con buona probabilità nell’assenza di lubrificazione. Questa è spesso causa di microlesioni come conseguenza dell’azione meccanica del rapporto sessuale.
Bruciore intimo: la diagnosi
In presenza di bruciore intimo ricorrente, è sicuramente opportuno rivolgersi al ginecologo.
Durante la visita viene analizzato il tratto inferiore dei genitali femminili. Lo specialista, inoltre, raccoglie i dati anamnestici e, se necessario, raccoglie un campione di urina e dei campioni di secrezioni vaginali, utili a definire l’eziologia dei bruciori intimi. All’occorrenza, i campioni prelevati sono messi in coltura, per determinare il microrganismo responsabile del disturbo. I predetti esami si svolgono principalmente per verificare l’eventuale presenza di un’infezione in corso.
Inoltre, il medico può anche utilizzare un tampone cervicale per prelevare un campione di secrezioni dal collo dell’utero e verificare la presenza di infezioni, con l’esame microbiologico.
Infine, possono essere disposti ulteriori esami, quali:
- analisi del sangue;
- test allergologici;
- biopsia nel caso in cui si riscontrino lesioni.
Se lo specialista stabilisce che trattasi di reazione allergica, solitamente prescrive un trattamento farmacologico a base di prodotti antisettici e antinfiammatori, come la benzidammina.
Qualsiasi sia la natura del problema, il ginecologo conduce la paziente verso il percorso migliore per risolverlo e vivere la propria sessualità in totale traquillità e salute.