Un’italiana a New York (puntata 5)

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E ora sei pronta per scoprire il resto!

 

8° giorno

 

Ma che diavolo sta succedendo? Credo che l’aria di New York stia facendo veramente male e che si credano tutti onnipotenti.

Marco che parla con Michele? Ma cosa si stanno dicendo? La mia mente vomita domande a raffica e sono talmente basita che non riesco ad avvicinarmi e chiedere loro cosa si stiano dicendo.

Sono in questo angolo della mia New York, dove il traffico è assurdo, sia di pedoni che di auto: ma in questo momento sembra non esserci nessuno vicino a me…che tutto sia scomparso magicamente. Vedo solo il mio “passato” ed il mio “presente” davanti a me, che chiacchierano animatamente, come se si conoscessero da una vita. E parlano di me, della mia di vita.

Risvegliata magicamente da questo semi coma, vado loro incontro:

Ma che diavolo vi state dicendo voi due? Mi nascondete qualcosa? State parlando di me? Marco, ma perché ti intrometti?

Michele: “Sofia, un giorno capirai… Forse… Non lo so nemmeno io in questo momento.

Marco: “Firma quei documenti, ti conviene. Poi sparisci.

Io: “Ma voi due vi conoscete?

Michele: “Prendi questi documenti Sofia. Ti manderò le cose che non hai preso e la finiamo qui. Come non ci fossimo mai conosciuti.

Prende i documenti, li firma…li ripone nella busta. Chiude la busta e la fa cadere per terra. Si gira…sale in macchina. Il mio passato sparisce senza nemmeno guardarmi.

Mi giro verso il mio “presente” con aria interrogativa: “Mi devi dire qualcosa?

Marco: “Sì, che sei libera. Il verme è sparito… Non avrai più nulla a che fare con lui.

Io: “Marco, capisco la gelosia e mi lusinga… Ma sembra ci sia qualcosa di più…

Marco: “Andiamo a lavoro, Sofia… Tu vedi troppi telefilm! Io sono solo contento di averti tutta per me!

italiana a new york

Salgo in macchina, con un nodo alla gola. Nonostante tutto, Michele è stato mio marito ed io ho creduto nella nostra vita insieme. Adesso mi trovo accanto ad un uomo che sembra l’esatto opposto di Michele, ma che mi dà una sensazione strana… Come se io non fossi a conoscenza di qualcosa. Ma cosa?

Arrivata al ristorante, vado di corsa da Stefano. Lo prendo per un braccio e lo trascino nella sala dove ci cambiamo. Gli racconto tutto, per filo e per segno.

Stefano: “Whaaat?? Non so cosa dire… È tutto strano, infatti. Adesso che ci penso… Quando avevo parlato di te allo Chef, lui mi ha detto di farti venire subito a lavorare qui. Cosa molto strana.. Lui prima di assumere qualcuno, controlla anche le impronte digitali…

Sofia: “E quindi? Non ti è sembrato strano scusa?

Stefano: “Pensavo l’avesse fatto per un favore personale… Sofia non so cosa dire e cosa pensare. Non dobbiamo essere negativi, sai? Io lo vedo come un gesto nei tuoi confronti, una protezione… Farti sentire e farti capire che magari ci tiene veramente.

Io: “Sì, hai ragione, perché pensar male? È un bel gesto….ed io sono libera!!

Lavora in pace, senza pensare a nulla. Ricominciando da capo la mia vita.

Posso stare con Stefano, conoscere meglio Marco e vivermi New York.

Io: “Stefano, dobbiamo festeggiare! Shopping e poi ci diamo ad un buon aperitivo. O hai di meglio da fare?

Stefano: “Hai detto shopping?? Diamoci dentro! New York… Attenta… Stiamo arrivando!

italiana a new york

9° giorno

Il mio coma etilico viene svegliato da un suono assordante del campanello e da uno Stefano traballante in perizoma che ondeggia per la camera.

Stefano: “Principessa Sofia, è il cavaliere oscuro. Che faccio? Lo faccio salire?

Io: “Ma sono in uno stato pietoso, non ci prov….

Stefano: “Affari tuoi, ho aperto… Sta salendo… Addio.

Neanche il tempo di insultarlo che trovo Marco davanti alla porta con cappuccini e saccottini al cioccolato caldi: “Sofia, ti ho portato la colazione. Vuoi farti una doccia magari, prima…. Forse non dovevo disturbare… Volevo fare una sorpresa.”

Io: “Che bel gesto… Sei così carino… Ed io così cessa in questo momento… Dammi un secondo.

Un secondo non basta a cancellare i segni di una notte a base di mojito, vodka, limoncello di Don Salvatore, un assaggio di vino rosso piemontese e, tanto per non farci mancare nulla, un Manhattan!

Dopo una doccia ed una pettinata, sicuramente non sono ancora presentabile, ma almeno non puzzo di alcool.

Io: “Eccomi qui. Scusa ma io e Stefano ieri notte abbiamo festeggiato la mia nuova vita!

Marco: “Sì, infatti ti ho cercato, telefonato… Ho immaginato fossi in giro con lui.

Io: “Non sarai geloso anche di lui? Da lui non divorzio, eh?

Marco: “Sofia questa battuta fa ridere solo te… Sappilo.”

Io: “Ok. Ho capito. Momento serietà, quindi? Se venuto qui per fare colazione con me o dirmi qualcosa?”

Marco: “Una coppia di solito vuole fare colazione insieme, o ricordo male?

Io: “Siamo una coppia?

Marco: “Sì, da ieri. Non te ne sei accorta o non vuoi…

Io: “Dai tutto per scontato Chef… Ma in questo caso ne sono felice!

italiana a new york

Il momento Disney viene interrotto dal trillo del cellulare del mio Chef, che impallidisce nel vedere il nome sul display e si sposta come se fosse ricercato dal FBI.

Terminata la telefonata, si siede e termina la colazione: “Scusa Sofia, un fornitore. I soliti ritardi…

Arriva Stefano, sempre in perizoma. Prende un cappuccino, lo beve, lo guarda: “Chef, con il dovuto rispetto. La telefonata l’hai fatta in bagno ed io ero dentro la doccia a passarmi la crema. Ho sentito tutto. Parli così con i fornitori tu?

 

Continua… Scopri subito la sesta puntata!

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