Smartworking: la nuova frontiera per le mamme lavoratrici

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Mamme e lavoro rappresentano un binomio che in un paese tradizionalista e conservativo come l’Italia ha fatto spesso scintille. Ultimamente però qualcosa è cambiato. Grazie agli assegni per il bonus bebé e il bonus mamma c’è una maggior apertura per i genitori lavoratori, che devono conciliare lavoro e famiglia. Lo smartworking rappresenta sicuramente una nuova frontiera per le mamme che lavorano, un modo per gestire in maniera intelligente il proprio lavoro conciliando gli obblighi familiari.

Il 29 gennaio 2014 fu presentata la proposta di legge relativa alle “norme finalizzate alla promozione di forme flessibili e semplificate di telelavoro”. Dopo 3 anni, nel 2017, lo smartworking è diventato una norma di legge a tutti gli effetti. Maternità e lavoro sono temi estremamente delicati e importanti, è quindi opportuno conoscere tutto sullo smart working: definizione, modalità ed opinioni.

Smart working: cos’è e come funziona

smart working lavorare da casa

Smartworking, il “lavoro agile”

Lo smartworking è l’applicazione del “lavoro agile”, inteso come modalità di esecuzione del rapporto di lavoro stabilito tramite un accordo tra le parti. Questo può prevedere forme di organizzazione per fasi, cicli ed obiettivi e, in alcuni casi, senza vincoli di orari o luogo di lavoro. I lavoratori hanno la possibilità di utilizzare strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa con l’obiettivo di incrementare la competitività ed agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Il significato di smart è quindi ricollegabile proprio al concetto di flessibilità, in quanto i lavoratori possono lavorare in parte all’interno di locali aziendali, senza una postazione fissa, e in parte all’esterno entro i limiti di durata massima dell’orario di lavoro prestabilito giornaliero e settimanale previsto dalla legge e dalla contrattazione collettiva.

Smart work: diritti dei lavoratori

La smart working legge 2017 stabilisce che il datore di lavoro è responsabile della sicurezza dei lavoratori e del corretto funzionamento degli strumenti tecnologici assegnati per svolgere adeguatamente i suoi compiti. Il datore di lavoro deve inoltre consegnare al dipendente, o al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, un’informativa scritta con cadenza annuale in cui indica i rischi relativi a quella specifica modalità di esecuzione del lavoro.
Il lavoratore ha diritto alla tutela contro gli infortuni occorsi durante il lavoro, o durante il tragitto tra casa e ufficio o altro luogo adibito a svolgere l’attività. Gli incentivi fiscali e contributivi derivanti dagli incrementi di produttività ed efficienza del lavoro subordinato sono applicabili anche quando l’attività lavorativa si svolge in maniera agile e “smart”. 

Sia lo stipendio che il trattamento normativo del lavoratore in modalità smartworking fanno riferimento al contratto collettivo e non a quello aziendale. Il testo stabilisce che il lavoratore che opera in modalità “smart” ha diritto allo stesso trattamento economico e normativo di quello dei lavoratori che svolgono le stesse mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda.

Il contratto di smart working deve essere stipulato per iscritto al fine di garantire regolarità amministrativa e fornire una prova concreta di tale accordo. Il contratto può essere a termine oppure a tempo indeterminato ed il recesso è ammesso, in caso di giustificato motivo, anche per l’accordo a termine. L’accordo individua i tempi di riposo del lavoratore e le misure tecniche ed organizzative necessarie per garantire la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro.

Donne al lavoro: una nuova opportunità per le mamme

Lo smartworking sembra quindi fornire alle mamme lavoratrici l’opportunità di entrare nel mondo del lavoro dalla porta principale, bypassando molti ostacoli e pratiche scorrette che però vengono tacitamente accettate da tutti. Le donne sposate in età fertile per essere assunte infatti sono spesso costrette a firmare una lettera di dimissioni in bianco, un’arma segreta che il datore di lavoro può utilizzare per licenziare la dipendente in caso di maternità. Anche senza questa pratica odiosa le neomamme, dopo aver partorito, hanno grandi difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro poiché devono badare ai figli piccoli.

Da sottolineare anche la discrepanza piuttosto evidente tra gli stipendi degli uomini e delle donne, che pur ricoprendo incarichi simili a quello del “sesso forte” guadagnano di meno. Inoltre sempre alle donne viene spesso affidato il compito di badare ad anziani o a persone non autosufficienti, quindi anche in questo caso risulta difficile se non impossibile conciliare lavoro e famiglia. Proprio per esigenze familiari le donne sono spesso costrette a cercare un lavoro part time, pur preferendo un’occupazione full time. Questa nuova modalità sembra offrire un giusto compromesso alle donne che non vogliono rinunciare alla famiglia ma neanche al lavoro.

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Smartworking: la risposta delle aziende

Le aziende in Italia hanno risposto in maniera piuttosto positiva allo smartworking, tant’è che secondo una ricerca nel 2016 il 30% delle imprese ha adottato il lavoro agile, quasi il doppio rispetto al 17% dell’anno precedente. Importanti aziende in Italia hanno seguito la via dello smartworking come Ferrovie dello Stato, Vodafone, Ferrero, American Express, Barilla e Microsoft.

Mamma e lavoro: cosa ne pensano i lavoratori dello smartworking?

mamme e lavoro

Mamme in carriera

Il binomio donne e lavoro non è così inconciliabile come qualche tempo fa, ma cosa ne pensano i lavoratori dello smartworking? Se l’è chiesto Randstad Workmonitor, multinazionale olandese che si occupa di ricerca, selezione e formazione del personale ed i risultati non sono stati così scontati. Una buona parte dei lavoratori italiani guarda con favore allo smartworking, eppure 2/3 dei dipendenti lavorano ancora in ufficio ed uno su due ritiene che il lavoro agile possa avere delle ripercussioni sulla sua vita privata.

Mettendo sul piatto della bilancia vantaggi e svantaggi della tecnologia paradossalmente sono proprio le lavoratrici donne a non essere molto convinte dello smart working. Secondo l’indagine, infatti, buona parte di esse non ritiene lo smartworking uno strumento di maggiore indipendenza né un fattore di equilibrio tra lavoro e tempo libero. Le donne, rispetto ai colleghi maschi, preferiscono l’ufficio come luogo di lavoro e non vedono di buon occhio il lavoro da casa anche se in forma occasionale.

Si tratta di una rivoluzione culturale e sociale alla quale evidentemente l’Italia non è ancora pronta. Tuttavia il digitale è una realtà concreta che ormai si sta diffondendo rapidamente anche nel mondo lavorativo e, con il tempo, sarà più facile individuare e beneficiare dei vantaggi evidenti offerti dallo smartworking.

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