Dalle foto vittoriane ai selfie, quando il macabro è di casa

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In epoca vittoriana si era sviluppato un fenomeno a dir poco macabro, se visto sotto il suo aspetto meno profondo. Infatti, all’epoca divenne molto frequente fare ritratti familiari con un cadavere. Questi era, solitamente, un membro della famiglia deceduto. Si procedeva allora alla messa in posa e allo scatto fotografico per mantenere vivo il ricordo. Fin qui non ci sarebbe nulla di così agghiacciante se non fosse per il fatto che il morto veniva appositamente vestito e truccato in modo che sembrasse vivo. Quella di preparare la salma è una pratica che ancora oggi viene effettuata dalle agenzie funebri, come l’agenzia onoranze funebri Fiorano. Certo, con un minimo di pratica si riesce a distinguerlo tra le altre persone in posa. Spesso si trattava di bambini anche molto piccoli, di neonati per esempio, tenuti in braccio dalla loro mamma, ritratti in una posa che aveva più il sapore della disperazione che non demacabrol ricordo.

Altre volte si trattava di bambini più grandicelli messi in posa con una certa nonchalance in mezzo ad altri bambini, questi vivi, e dei quali si percepiva il disagio e talvolta lo sguardo terrorizzato. Ma oggi come si sono evoluti i tempi? Oggi a imperare su tutto è il selfie, patron dei social e in un certo qual modo manipolatore del nostro tempo libero, che è sempre meno, o sempre peggio gestito. Arriva dall’America un altro macabro rituale che ha a che vedere con gli scatti e con i morti: il selfie ai funerali. Sempre più persone, soprattutto giovani, si fotografano assieme alla salma o durante la cerimonia, come se fosse un qualsiasi evento, un matrimonio o un battesimo, non una circostanza di dolore e cordoglio.

Cosa spinga queste persone a scattare la foto e a postarla in tempo reale sui social non è dato saperlo con certezza. Sembra che comunque la motivazione più gettonata sia che il selfie aiuta a sdrammatizzare. Ovviamente, non sembra essere un motivo plausibile, anzi è veramente macabro, dato che, con tutta probabilità, i parenti più prossimi al defunto non si sentiranno così sollevati al sapere che il proprio congiunto finirà sui social.

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